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Fusa rilassanti, morbido pelo e un dolce peso in grembo. In questa terza parte della pet therapy vediamo come il gatto prende parte alle terapie con gli animali.

Sono numerosi gli studi scientifici e le sperimentazioni sul campo che riguardano il gatto nella pet therapy. La sola presenza di un gatto contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna e le carezze e le sue fusa fanno aumentare la serotonina (l’ormone della “felicità”) nel sangue.

Coi bambini – Coloro che giovano più del rapporto con questo animale sono i più piccoli. I bambini che presentano disturbi dello spettro autistico, hanno generalmente difficoltà ad esprimersi e a cogliere sfumature ed emozioni altrui. Il gatto, invece, si rapporta con l’uomo in maniera diretta e naturale. I bambini, con questo tipo di interazione, tendono ad aprirsi di più ed a concentrarsi meglio, soprattutto i pazienti affetti da ADHD (disturbo da deficit di attenzione).

Con gli anziani – Nelle case di riposo, il gatto ha una funzione di argomento di discussione. La presenza dell’animale, il prendersene cura, il coccolarlo, sono tutti argomenti che favoriscono l’interazione tra gli ospiti. Mantenendo le persone più attive, aiutando anche le terapie tradizionali. Come dicevamo prima fare le coccole ad un gatto e sentire le sue fusa, aumenta la produzione di serotonina e allevia la pressione sanguigna, un toccasana senza ausilio di ulteriori farmaci per l’ipertensione e per la monotonia giornaliera.

Si è testato il gatto anche nelle terapie più complicate come Alzheimer e demenza senile. Soprattutto negli Stati Uniti, si è provato a far accudire alcuni felini a questo tipo di pazienti. Inizialmente stando molto vigili, si è riscontrato che i pazienti, prendendosi cura degli animali, miglioravano il proprio umore e sembravano “sbocciare”.

Quali sono i gatti adatti alla pet therapy

Non ci sono razze particolarmente indicate, bisogna invece considerare sempre il carattere dell’animale. Il gatto prescelto dovrà essere abituato al contatto con l’uomo, essere un animale tranquillo, socievole e mai aggressivo, anche in ambiti in cui i pazienti potrebbero essere nervosi o goffi. Non deve soffrire i frequenti spostamenti in trasportino ed essere costantemente sotto sorveglianza veterinaria. Come per gli altri animali, per poter utilizzare la pet therapy col gatto, bisogna essere qualificati e gli animali controllati. A questo link trovate i requisiti disposti dall’Istituto Superiore di Sanità.


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Revisione: Alessandro

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