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E’ notizia di fine 2021 che l’ictus cerebrale sia la prima causa di disabilità in Italia. Come riporta l’ISTAT nel Rapporto del 2019 “Conoscere la disabilità”, in Italia il 5,2% delle persone ha almeno una disabilità; circa 913 mila quelle a cui un ictus lascia segni indelebili. Ma partiamo dal principio:

Cos’è un ictus cerebrale?

L’ictus ischemico cerebrale, avviene quando un coagulo ostruisce il normale afflusso di sangue al cervello. Non essendo irrorata correttamente, la parte interessata muore causando così, nei casi più gravi, anche la morte del paziente.

In Italia il decesso a seguito di un ictus, è la seconda causa di morte dopo le malattie ischemiche al cuore (infarti). Si stima che ogni anno circa 150 mila italiani siano colpiti da ictus cerebrale, circa il 20% di questi sviluppi spasticità entro 3 mesi dopo l’evento acuto e il 30% dopo un anno; questi dati rendono l’ictus cerebrale la prima causa di disabilità in Italia. La maggior frequenza si ha dopo i 55 anni raddoppiando ad ogni decade e la prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%), come riporta il Ministero della Salute.

I maggiori fattori di rischio sono l’ipertensione, fibrillazione atriale, fumo, colesterolo in eccesso, diabete, sedentarietà e familiarità; di conseguenza la prevenzione è la più importante arma contro questa patologia.

Riconoscere i sintomi dell’ictus

In caso di ictus o di un TIA (attacco ischemico transitorio, i cui sintomi durano da pochi minuti a 24 ore, generalmente senza conseguenze), è fondamentale essere tempestivi. I primi e fondamentali sintomi sono:

  • paresi/paralisi facciale: si nota maggiormente dalla bocca storta, soprattutto quando il paziente cerca di sorridere;
  • deficit motorio: uno o due arti (generalmente dallo stesso lato del corpo) si muovono male o non si muovono affatto;
  • difficoltà del linguaggio: il paziente biascica le parole, è incapace a parlare o usa parole inappropriate o incomprensibili.

Avvertendo anche solo uno di questi segni, è fondamentale chiamare tempestivamente il 118, senza aspettare di vedere se il paziente migliora e non perdere tempo a chiamare altre figure, come il medico di base o la guardia medica. Durante l’attesa dell’ambulanza, annotare l’orario in cui è avvenuto l’episodio. Altri sintomi possono essere:

  • improvvisa perdita di sensibilità alla metà inferiore del viso, al braccio e/o alla gamba di un lato del corpo;
  • improvvisi disturbi visivi a carico di uno o di entrambi gli occhi;
  • improvvisa perdita di coordinazione dei movimenti, sensazione di vertigine, di sbandamento o caduta a terra;
  • improvviso mal di testa lancinante e inconsueto;
  • improvvisa incapacità di comprendere cosa dicono le altre persone;
  • nei casi più gravi può esservi un’alterazione dello stato di coscienza.

Un utile sistema per riconoscere l’ictus è il FAST (in inglese, “veloce”), acronimo per riconoscere da subito questa patologia:

  • F (Face: faccia): chiedere alla persona di sorridere e osservare se un angolo della bocca non si solleva o “cade” e la bocca appare “storta”;
  • A (Arms: braccia): chiedere alla persona di alzare entrambe le braccia e osservare se presenta difficoltà/incapacità a sollevare un braccio o a mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro”;
  • S (Speech: linguaggio): chiedere alla persona di ripetere una frase semplice e valutare se il suo modo di parlare risulti strano (parole senza senso) o biascicato;
  • T (Time: tempo): se è presente uno qualunque di questi segni, bisogna CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118.

Una nuova quotidianità

Non tutte le persone colpite da ictus rimangono invalide. Dopo le cure ospedaliere e la normale degenza però, il 19% – 38% dei soggetti colpiti sviluppa almeno una spasticità, ovvero ipertonia muscolare (click qui per maggiori informazioni). Fare i conti con questa nuova condizione è sicuramente difficile, specie nei casi in cui il paziente colpite perde la capacità di articolare le parole. Soprattutto questa condizione degenera spesso in altre patologie, soprattutto psicologiche. E’ comunque fondamentale che sia la persona colpita che i suoi familiari, siano adeguatamente informati e seguiti su tutte le terapie interdisciplinari che si possono mettere in atto. Non solo l’OSS per aiutare il paziente nell’igiene quotidiana, ma anche il medico neurologo, logopedista, fisioterapista e così via. Molto spesso ci sono margini di recupero di alcune funzionalità ma trascurando l’aspetto della riabilitazione, il decorso della malattia sarà molto più difficoltoso.

Lo Stato e le Regioni, riconoscono al malato un grado di disabilità anche in casi di malattia più lieve in seguito ad ictus. Come abbiamo scritto qui esistono numerosi piani personalizzati di rimborso e i vari bonus disabili, che non sempre sono sufficienti ma forniscono un aiuto importante per la quotidianità. Molte informazioni importanti le troviamo sul sito www.oltrelaspasticita.it, nato appunto per informare e supportare le famiglie e i pazienti colpiti da ictus.

Ictus cerebrale prima causa di disabilità

 

link utili e di approfondimento

Ictus – Ministero della Salute
Giornata mondiale dell’ictus 2018
Programma Nazionale Esiti 2020 e .pdf

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